Tiramisù

  • 2019

 

Tiramisù, 2019

Azione relazionale per “La quarta notte di quiete: SCARTI”
a cura di Christian Caliandro
Osteria da Morandin, dal 10 al 12 ottobre 2019, quartiere di Veronetta, Verona

Il contesto turistico e stereotipato di Romeo e Giulietta è il presupposto shakespeariano a cui mi ispiro. Abusata e saccheggiata dal costante pellegrinaggio laico e commerciale, la storia pone i due amanti al centro di questioni poco edificanti, rancori, rivalità, conflitti e discordie dal sapore, però, sorprendentemente contemporaneo.”.
Scrive così Iginio De Luca (1966) nell’introduzione al suo ultimo progetto, dall’ironico titolo Tiramisù, messo in scena a Verona lo scorso ottobre durante la fiera ArtVerona. “Romeo brama Giulietta che magneticamente lo attrae in alto, verso il suo balcone, lo spazio del desiderio che implora salvezza e compimento. Scalando il muro di cinta del giardino di casa Capuleti, Romeo vince le separazioni che impediscono il contatto, compiendo un blitz sovversivo, un gesto rivoluzionario e politico oltre che amorevole”, continua.
L’artista, famoso per i suoi caratteristici “blitz”, opere non annunciate e non autorizzate che aprono momenti di riflessione e dibattito interrompendo il flusso della vita quotidiana, ha ambientato l’azione negli spazi conviviali dell’osteria “da Morandin”, nel quartiere d Veronetta. A tutti i partecipanti ha chiesto di esprimere un desiderio: cosa o chi vorrebbero raggiungere per potersi salvare, per essere “tirati su”? “Una salvezza utopica, forse irrealizzabile ma che concretizza nel sogno e nell’immaginazione un bisogno visionario di aiuto. Il contesto umano si innesta su quello gastronomico, quello privato su quello popolare e pubblico, le storie di un’osteria diventano testimonianze dai sapori delicati, acri, dolci, amari e il “Tiramisù”, dolce di origine veneta, è il pretesto metaforico di questi dialoghi.

 

Tiramisù, 2019

Relational action for “The fourth night of quiet: SCARTI”
curated by Christian Caliandro
Osteria da Morandin, from October 10 to 12, 2019, in the Veronetta district, Verona.

The touristy and stereotypical context of Romeo and Juliet is the Shakespearean premise to which I am inspired. Abused and plundered by the constant secular and commercial pilgrimage, the story places the two lovers at the center of less edifying matters, resentments, rivalries, conflicts, and discord with a surprisingly contemporary flavor.
This is how Iginio De Luca (1966) writes in the introduction to his latest project, ironically titled “Tiramisù,” staged in Verona last October during the ArtVerona fair. “Romeo craves Juliet, who magnetically draws him upward, toward her balcony, the space of desire that begs for salvation and fulfillment. Scaling the garden wall of the Capulet house, Romeo overcomes the separations that prevent contact, making a subversive, revolutionary, and political gesture as well as a loving one,” he continues.
The artist, known for his characteristic “blitz,” works that are unannounced and unauthorized, opening moments of reflection and debate by interrupting the flow of daily life, set the action in the convivial spaces of the “da Morandin” tavern in the Veronetta district. He asked all participants to express a desire: what or who they would like to reach to save themselves, to be “pulled up”? “A utopian salvation, perhaps unrealizable but that concretizes in dreams and imagination a visionary need for help. The human context is grafted onto the gastronomic one, the private onto the popular and public one; the stories of a tavern become testimonies with delicate, pungent, sweet, bitter flavors, and the “Tiramisù,” a dessert of Venetian origin, is the metaphorical pretext for these dialogues.”