Tanti auguri e saluti, light-box, 2018
light-box, luce intermittente ad alfabeto morse, 40 x 60 cm.
Lampeggia al ritmo del codice morse un light-box con l’immagine di un chiosco di fiori e piante. È uno dei tanti che illuminano incessantemente la notte di Roma, ai quali De Luca ha dedicato una serie di fotografie e un video, attratto dalla sospensione in cui paiono levitare in bolle di luce. La capitale è costellata di queste cellule tropicali aperte 24 ore al giorno, in modo misterioso, enigmatico, quasi come sonde spaziali immerse nel buio cosmico e lanciate come un messaggio di resistenza, di pura sopravvivenza, o solo come un laconico saluto ai passanti. Il messaggio battuto dal lampeggiare morse è: Tanti auguri e saluti. Tutto comincia con un messaggio inviato nello spazio. Era il 1977 e un incauto ottimismo alimentava ancora la convinzione che altre forme di vita intelligenti sarebbero volentieri entrate in contatto con il pianeta terra. Con questo slancio, e con l’incrollabile fiducia statunitense nella propria vocazione a rappresentare l’umanità intera, la NASA spedì nel sistema solare le due sonde Voyager; su ognuna di esse venne caricato il Voyager Golden Record su cui sono registrate immagini, musiche e una raccolta di saluti beneauguranti in diverse lingue, ognuno con una sfumatura caratteristica. La versione italiana dice proprio così, Tanti auguri e saluti, come direbbe la zia chiudendo l’annuale telefonata natalizia, come scrivevano una volta sulle cartoline i parenti lontani, come nessun extraterrestre, nemmeno il più inverosimile, si immaginerebbe mai di poter capire. Le due sonde, si sa, sono ancora in viaggio, con infinitesimali probabilità di raggiungere davvero qualcosa o qualcuno prima di qualche decina di migliaia di anni. Comincia da qui il progetto di Iginio De Luca, dal paradosso implicito in questi saluti che se un giorno si spingeranno fino a un’intelligenza aliena sicuramente la faranno sorridere per la nostra paesana cordialità, per la bonaria irrilevanza dell’augurio.
Pietro Gaglianò
Tanti auguri e saluti, light-box, 2018
light-box, morse code flashing light, 40 x 60 cm.
light-box with the image of a kiosk of flowers and plants flashes to the rhythm of the morse code. It is one of the many that incessantly illuminate the night of Rome, to which De Luca dedicated a series of photographs and a video, attracted by the suspension in which they seem to levitate in bubbles of light. The capital is dotted with these tropical cells open 24 hours a day, in a mysterious, enigmatic way, almost like space probes immersed in cosmic darkness and launched as a message of resistance, of pure survival, or just as a laconic greeting to passers-by. The message typed by the morse flash is: Best wishes and greetings. It all begins with a message sent into space. It was 1977 and a misguided optimism still fueled the belief that other intelligent life forms would willingly come into contact with planet earth. With this momentum, and with the unshakable American confidence in its vocation to represent all of humanity, NASA sent the two Voyager probes into the solar system; the Voyager Golden Record was loaded onto each of them, on which images, music and a collection of auspicious greetings in different languages were recorded, each with a characteristic nuance. The Italian version says exactly that, Best wishes and greetings, as the aunt would say when closing the annual Christmas phone call, as distant relatives once wrote on postcards, as no extraterrestrial, not even the most unlikely one, would ever imagine being able to understand. The two probes, as we know, are still on their way, with infinitesimal chances of actually reaching something or someone before a few tens of thousands of years. Iginio De Luca’s project begins here, from the paradox implicit in these greetings which if one day reach an alien intelligence they will surely make them smile for our village cordiality, for the good-natured irrelevance of the good wishes.