Altro giro, altra corsa, 2020
Manifesto per l’ottava edizione di Flashback, Opera Viva Barriera di Milano, Torino
12 luglio 2020
a cura di Christian Caliandro
Opera Viva Barriera di Milano riparte dunque da questa immagine realizzata da Iginio De Luca per il progetto: un piccolo camper abbandonato da anni, un vecchio modello Mercedes parcheggiato a Roma, vicino alle Terme di Caracalla. Il camper è un’esplosione e un’accumulazione di oggetti, di colori, di linguaggi (kitsch, vernacolari), tra bandiere, gagliardetti, ventagli esotici, modellini e giocattoli. Souvenir patriottici, religiosi e sportivi. Sono, come afferma l’artista stesso, “emblemi di un accumulo nostalgico indiscriminato che addobbano maldestramente a festa un veicolo destinato al viaggio ma che da tempo non viaggia più. Una sosta forzata, consapevole o incosciente, che affida alla memoria dinamica la mappatura di una geografia turistica nazionale, affettiva, che colleziona e trattiene i suoni e le immagini dei suoi spostamenti.”
Si tratta di un’opera che in questo momento risulta, se possibile, ancora più attuale di quando è stata proposta: il titolo Altro giro altra corsa evoca infatti il luna park, una posta in gioco e una scommessa, la ripartenza dopo ogni sconfitta intravista come un miraggio. L’illusione costante e necessaria che sottende il gioco, ogni gioco. Ogni attitudine ludica.
Questo baraccone buffo e al tempo stesso triste è la metafora efficace di una situazione collettiva: un monumento visionario al cadere e al rialzarsi, un sogno perduto che è lì, parcheggiato, in attesa forse di un nuovo, possibile futuro. Di rimettersi in viaggio – contro ogni previsione, contro ogni pensiero razionale.
Di un altro giro, di un’altra corsa.
Christian Caliandro
Altro giro, altra corsa, 2020
Billboard for the eighth edition of Flashback, Opera Viva Barriera di Milano, Turin
July 12, 2020
Curated by Christian Caliandro
Opera Viva Barriera di Milano restarts from this image created by Iginio De Luca for the project: a small camper abandoned for years, an old Mercedes model parked in Rome, near the Baths of Caracalla. The camper is an explosion and accumulation of objects, colors, languages (kitsch, vernacular), including flags, pennants, exotic fans, models, and toys. Patriotic, religious, and sports souvenirs. They are, as the artist himself states, “emblems of an indiscriminate nostalgic accumulation that clumsily decorates a vehicle destined for travel but has long ceased to travel. A forced stop, whether conscious or unconscious, that entrusts the dynamic memory with mapping a national, emotional tourist geography, collecting and retaining the sounds and images of its movements.”
This work is, if possible, even more relevant now than when it was proposed: the title “Altro giro altra corsa” evokes the amusement park, a stake and a bet, the restart after each defeat seen as a mirage. The constant and necessary illusion underlying the game, every game. Every playful attitude.
This funny and at the same time sad booth is an effective metaphor for a collective situation: a visionary monument to falling and rising, a lost dream that is there, parked, perhaps waiting for a new, possible future. To set out on a journey again – against all predictions, against all rational thoughts.
For another spin, another race.