Tevere Expo, 2021
Installazione urbana, affissione pubblicitaria. Dal 26 aprile al 10 maggio 2021, Roma
Progetto vincitore di Cantica21. Italian Contemporary Art Everywhere.
“Quando guardi a lungo nell’abisso, l’abisso ti guarda dentro.” (Friedrich Nietzsche)
A Roma il Tevere scorre in basso a nostra insaputa e, forse, anche alla sua. Noi sopra in città, nel crocevia del tutto, nel compulsivo oscillare tra l’estasi e l’inferno e lui giù in fondo, impercettibile, assente e pesante, quasi immobile, si lascia trasportare al ritmo cadenzato e melmoso di un tempo sospeso, onirico.
Il progetto “Tevere Expo” vuole rendere visibile l’oscuro, riesumare l’anima inconscia del fiume e, di riflesso, anche la nostra: quella clandestina data per scordata e mai condonata. Scarti, rifiuti, oggetti smarriti, affogati in un naufragio all’inizio privato e poi pubblico, che dall’acqua affiorano trasfigurati nell’essenza estetica e sostanziale. Reliquie urbane riemerse da un singolare girone dantesco, rese irriconoscibili da metamorfosi chimiche e temporali; una sublimazione alchemica che ne sovverte la natura funzionale e originaria.
Come gli iceberg, la maggior parte degli oggetti è sommersa e una minima percentuale affiora all’esterno: riemergono testimonianze industriali e domestiche di un quotidiano rinnegato che, dopo anni di apnea, varcano il limite, rompono il confine dell’acqua per quello dell’aria. Le 15 immagini torbide, ovattate, quasi pittoriche, sfocate nei contorni come nei significati, acquistano carattere evocativo e alternativo a realtà ineluttabili e spietate: quelle della non curanza e dell’abbandono. Stampate in grandi formati su carta blue back sono affisse a Roma su cartelloni pubblicitari, protagoniste di una singolare campagna promozionale che in maniera democratica e popolare sponsorizzano l’inutile, il frammento, l’inservibile. Il Tevere esonda metaforicamente in strada, sale e irrompe nello spazio pubblico come forma di denuncia poetica che reclamizza la sua anima e ne rivendica il lato più visionario, la sua misteriosa e inquietante bellezza. I manifesti faranno da specchio etico, pretesto simbolico ed estetico a valenza universale per riflettere e riflettersi. Nell’abisso che ci guarda, magnifico e crudele, un accumulo di reperti sfilano nel silenzio del fiume che tutto trattiene e tutto ridà.
Tevere Expo, 2021
Urban installation, public display. From April 26 to May 10, 2021, Rome.
Project winner of Cantica21. Italian Contemporary Art Everywhere.
“When you gaze long into the abyss, the abyss gazes also into you.” (Friedrich Nietzsche)
The “Tevere Expo” project aims to make visible the obscure and unconscious soul of the river and, as a reflection, ours: the clandestine almost forgotten and never forgiven side of us.
Waste, lost objects drowned in a wreck firstly in the private sphere then in public, they emerge from water transfigurated in their aesthetical and substantial essence. Urban rest reappearing from Dante’s circle and made unrecognisable by a chemical and temporal metamorphosis; an alchemical sublimation that has overturned the initial nature of the objects.
Like icebergs, the majority of the objects are underwater. Only a minimal part emerges outside: bicycles, blankets, computers, clothes, televisions, tres , drying racks, steel road wheel, road traffic barriers, plastic clothes, fans are testimonials of an industrial and domestic reality that has been disavowed, and after years of apnea, it crosses the limits and breaks the surface of the water toward the air.
The turbid photographic images, muffled and out of focus in their profiles and as in their meanings, gain an alternative and evocative character of a merciless and unavoidable reality: the abandoned and careless one. Printed on a large format on thin paper chosen specifically because a poor and mass consumption material, they will be pasted on advertising spaces, becoming the protagonists of a unique promotional campaign that democratically sponsors the futile, the fragmented and the unusable.
The Tevere floods metaphorically into the streets, bursting into the public space as a form of protest, reclaiming its soul and demands its most visionary part, its mysterious and disturbing beauty.